Dopo essere rimasta allibita dalle dichiarazioni del Papa in merito all’uso del Condom come arma inutile contro l’Aids ora mi devo sorbire anche le sparate dell’oncologo Umberto Tirelli – coordinatore del Gicat, il Gruppo Italiano Cooperativo Aids e Tumori. Persona sicuramente più informata di me sull’argomento ma che magari sottovaluta la potenza dell’informazione e dei Media. Credo che ognuno abbia diritto di esprimere il proprio parere ma credo anche che, prima di farlo, sia necessario valutare le conseguenze che un tale atto comporta. Sopratutto quando ad esprimersi sono personaggi carismatici, come il Papa, che possono contare su milioni di fedeli o persone ritenute degne di fiducia perché esperte dell’argomento trattato, come appunto il Dott. Tirelli. Secondo lui “Il Papa ha ragione, i preservativi in Africa non risolveranno il problema”.
Ed io dico che ovviamente non possono essere considerati l’unica soluzione per affrontare un problema così diffuso e radicato come l’Aids in Africa. Un problema che coinvolge tanti altri ambiti della vita e della società di uomini e donne africane come l’istruzione, l’ignoranza, le scarse condizioni igieniche, i rapporti tra i sessi, le multinazionali farmaceutiche ecc. Però, allo stesso modo, è uno degli strumenti più semplici e basilari per proteggersi e per cercare di non diffondere in modo esponenziale il virus. A questo proposito sono tanti i religiosi impegnati sul campo che dissentono dal no ufficiale al profilattico e fronteggiano il dilagare dell’Aids con ‘mezzi vietati’ dalla Magistero.
Certe dichiarazioni possono mettere a repentaglio il lavoro educativo portato avanti da anni. Il capo della Chiesa di Roma che dichiara “i preservativi aumentano il problema dell’Aids” o il coordinatore del Gicat che sostiene sia inutile insegnare ad usare il profilattico in Africa quando “non riusciamo a fare in modo che si usi di più nell’evoluta Washington” possono trasformarsi in potentissimi armi contro chi lotta sul campo per questa piaga. E allora, a volte, sarebbe meglio evitare certi commenti, soprattutto davanti alle telecamere che spediscono questo messaggio in tutti gli angoli del mondo. Da qualche parte c’è sempre chi crede in modo cieco ed acrtitico alle parole delle Pontefice (o a quelle di un medico) ed è disposto a buttare nel cestino anni ed anni di lavoro di chi cercava di salvarlo.